Caro Imprenditore,
Se sei qui è perché sei entrato ormai nel nostro mondo.
Ci hai conosciuti, probabilmente hai comprato anche già il libro "Cresci Senza Assumere" e forse sei pure diventato nostro studente di uno dei nostri programmi formativi - come il Metodo Ercole Boot Camp.
E probabilmente ti sarai reso conto che c'è una caratteristica che ci contraddistingue, ovvero che diciamo sempre le cose come stanno.
Anche se può farci apparire deboli, anche se questo significa ammettere di aver fallito.
Per questo, voglio raccontarti un mio aneddoto personale...
Quando ero un bambino, ero affascinato dalle arti marziali.
Adoravo la "sacralità" degli abiti, dei gesti, il rispetto tra il maestro e lo studente.
E sì, perché no, non stavo nella pelle all'idea di potermi sentire forte e in grado di difendermi e far del "male ai cattivi".
A quei tempi, ero sovrappeso.
E questo sembrava ai miei compagni di classe un buon pretesto per bullizzarmi e farmi sentire sempre inadatto a tutto ciò che richiedeva anche un minimo di movimento fisico.
Dentro di me, covavo rancore.
Non verso di loro, ma verso il mio stato.
Dopo pochi anni, fui colpito da una forma di allergia alimentare molto grave, che mi costrinse a rinunciare per un anno a molti cibi, tra cui merendine, succhi di frutta e tutto ciò con cui rimpinziamo i bambini oggi.
Divenni scheletrico.
Ma se per molti quella poteva essere una disgrazia, per me fu la LUCE in fondo al tunnel.
Dopo quella crisi fisica, iniziai a reintegrare man mano cibi sani...
... e lì iniziò la mia rivincita.
Decisi che quella poteva essere la mia opportunità per riscattarmi, per disegnare un fisico così come lo avrei sempre voluto.
Decisi che sarei stato forte.
E mentre il mio fisico si irrobustiva, mi scrissi ad un club di arti marziali.
Iniziai a praticare la kick boxing con dedizione.
Non saltavo un allenamento.
E con impegno e sacrifici, presto fui pronto per iscrivermi ai primi campionati.
Iniziai a vincerne uno dopo l'altro.
Di fatto, nessun combattente della mia età e del mio peso, riusciva a compararmi per velocità e bravura.
Mi sentivo un dio.
Ma presto il destino sarebbe cambiato...
Un giorno fui messo al tappeto.
K.O. tecnico al primo round.
Mentre l'arbitro alzava la mano del mio avversario, io pensavo ancora "com'è stato possibile?"
E quello fu il pensiero che mi assillò nelle settimane a venire...
La verità?
E' che non avevo mai pensato che ci potesse essere qualcuno in grado di battermi.
Non avevo mai pensato che ci fosse un ULTERIORE LIVELLO, a me sconosciuto, da raggiungere.